Il Pagellone (9a Giornata)

mosca

Questo “Pagellone” lo dedichiamo idealmente agli operai della AST di Terni, manganellati per un malinteso senso del progresso, per un equivoco, per un disguido tecnico. Nel paese dei sassi che deviano i proiettili, della Diaz e di Bolzaneto, di Carlo, di Gabriele, di Stefano, di Federico, nel paese dove non c’è il numero identificativo sui caschi, dove non c’è il reato di tortura, dove nessuno ha mai colpa, impartire l’ordine di caricare lavoratori che manifestano pacificamente può essere tranquillamente definito “errore di comunicazione”. Senza nessuno che senta il bisogno di chiedere scusa, nessuno che paghi mai.
Qualcuno, sia esso il ministro, o il prefetto, o il questore, o il funzionario che comandava il reparto, non sta certo a noi stabilirlo, ha impartito quell’ordine. Quel qualcuno – vogliamo essere anche noi, per una volta, moderni – deve essere immediatamente rimosso, licenziato. Questa sarebbe l’unica scusa che ci sentiremmo di accettare.

Grillo, voto 0: voto basso, ma si sa, caro Beppe, le pagelle di una volta avevano una morale. #lamafiaèunamontagnadimerda.

Picierno voto 1: cara Pina volevamo darti un voto basso, ma non lo faremo.

Parma, voto 1: come l’unica vittoria in campionato. I tifosi ormai sono disposti a festeggiare anche per un misero pareggio.

Delrio, voto 2: dichiara che il governo non dirà mai di alzare i manganelli sui lavoratori, excusatio non petita…

Tavecchio, voto 3: minaccia le dimissioni dopo il taglio dei contributi da parte del CONI. Malagò ha chiamato Lotito per avere spiegazioni.

Brunetta, voto 3: stima, stima infinita per Renatino. Sempre.

Europa, voto 3: chiude. E quando chiude un giornale non è mai un fatto positivo. Siamo solidali con i lavoratori. Noi però non siamo buonisti e pensiamo che questa chiusura verrà ricordata come l’addio al calcio del fratello di Zarate.

Callejon, voto 4: un’équipe di fisici sta studiando come sia stato possibile buttare il pallone sopra la traversa quando era ad un millimetro dalla linea di porta.

Torres, voto 4: è sempre più evidente lo spettro di un nuovo Huntelaar.

Higuain, voto 5: “Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore” così cantava De Gregori, non la curva del Napoli.

Richetti, voto 5: critica di nuovo Renzi, la Camusso e la Picierno. Ci piacciono questi personaggi in cerca d’autore che fanno autocritica.

El Sharaawy, voto 5: la giovane promessa milanista è ancora fermo al palo. Il Faraone quest’anno ci sembra un po’ la Boschi. Giovane, accattivante ma anonima.

Civati, voto 6: vota di nuovo contro una proposta del partito, oramai è la normalità, Pippo quando esci chiudi la porta.

Minoranza Pd, voto 6: di fiducia. Come quelle che vota, non vota, forse vota, alla fine vota. Il congresso è finito. Ed ora la sinistra storica del Pd deve scegliere: incidere nei processi o fare speculazione politica. Da chi ci ha insegnato che prima di tutto viene il bene del paese ci attendiamo che la scelta sia scontata.

Matteo Renzi, voto 6: di fiducia. Come quelle alle quali ci si sta aggrappando di questi tempi. Ciò che gli ha permesso in questi anni di vincere (la personalizzazione, gli attacchi ad personam, la semplificazione del dibattito, l’invettiva sarcastica e cruenta) rischia oggi di essere il terreno dello scontro che lo vedrà soccombere. Ha ragione nel chiedere di abbassare i toni e di entrare nel merito delle questioni, ma queste parole, dette da lui, rischiano di essere poco credibili. Gli diamo un consiglio: cominci a dare il buon esempio. PS: Se poi impedisse anche alla Picierno di andare in tv…

Enrico Rossi, voto 7: i suoi post su facebook e la sua azione amministrativa spesso sono una boccata d’ossigeno. Mai sopra le righe, schietto, coerente nei principi ma concreto nella pratica, il Presidente della Regione Toscana ci ricorda Zaccheroni e Ancelotti. Speriamo che prima o poi anche lui possa arrivare ad allenare in competizioni importanti. Non che amministrare la Toscana non lo sia.

Berardi, voto 7: finalmente si sblocca, il suo estro serve come il pane al Sassuolo. E anche all’Italia di Conte.

Kovacic, voto 7: come al solito gran bella partita. Il croato però è insofferente. Passi per Marek, ma ormai Mazzari lo chiama Hamsik.

Camusso, voto 7: dichiara di non volere le dimissioni di Alfano. È proprio vero, il sindacato lavora per il logoramento del Governo Renzi.

Denis, voto 7: torna al gol e sempre contro il Napoli. Escludiamo vacanze campane per i prossimi decenni per El Tanque.

Lazio, voto 7: con Lotito distratto a fare il Presidente della FIGC e un Klose lontano parente del bomber dei Mondiali, la squadra di Pioli pian pianino raggiunge il terzo posto.

Fruente Amplio, voto 8: in Uruguay il partito di centrosinistra con Vasquez Tabarè va al ballottaggio contro il Partido Nacional (o Blanco) di centrodestra con Luis Lacalle Pou. Si avete letto bene, il partito di centrodestra si chiama Nazionale (o Bianco). Quando a volte dici le coincidenze!

Maurizio Landini, voto 8: sta dove deve stare. In mezzo agli operai, e se necessario prende le botte assieme a loro. Rilascia dichiarazioni al vetriolo contro il governo, ma il mattino dopo è al tavolo delle trattative con Matteo Renzi a chiedere la tutela del livello occupazionale e produttivo dell’Ast. Precisa che non ha mai chiesto le dimissioni di Alfano, si defila dal gioco della strumentalizzazione politica e fa il suo mestiere: Il sindacalista.

Rudi Garcia, voto 8: meno male che Rocchi ha reso il campionato incerto, altrimenti staremo commentando una Roma in fuga.

Babacar, voto 8: il senegalese gioca bene e segna una doppietta. Se continua così, la Merkel chiederà la sua maglia restituendo quella di Mario Gomez.

Lula, voto 9: due settimane di campagna elettorale intensa e Dilma resta Presidente. Fortuna che in Brasile non è arrivata la rottamazione.

Marotta, voto 9: dichiara “Rinnovo Buffon? Nessun problema, basterà uno sguardo” Non servono ulteriori commenti.

Evo Morales, voto 9: rieletto per la terza volta Presidente della Bolivia, mercoledì era all’Olimpico a vedere la Roma. Di sinistra e gli piace il calcio, come fare a non volergli bene?

Antonini, voto 10: l’angelo del fango genoano riapre il campionato. Juventini state Allegri.

Eduardo De Filippo, voto 10 e lode: a trent’anni dalla scomparsa questa redazione vuole ricordare il grande Maestro De Filippo.
Caro Eduardo a noi non piace il calcio e la politica moderni, ma certamente ci piace il presepe.

 

Il Pagellone (6a Giornata)

moscaBonifazi, voto 1: il tesoriere del PD propone ai parlamentari democratici del nord di procurare cinque imprenditori per farli partecipare ad una cena da mille euro con Renzi. Servo dei padroni.

Rocchi, voto 1: sembrava la Boldrini durante uno scontro alla Camera tra democratici e grillini. Non ne azzecca una.

Milena Gabanelli, voto 2: dopo la pizza di Napoli, siamo tutti in attesa della sua prossima inchiesta: “perché l’acqua frizzante della mensa non è frizzante?”.

Miccoli, voto 2: avvertiamo il deputato del PD che ci sono già i grillini a portare in Parlamento cose assurde. Astenersi perditempo.

Buonanno, voto 2: il geniaccio leghista, appena ha visto l’interrogazione parlamentare di Miccoli, ha ben pensato di presentarne una anche a Bruxelles. In quanto a inutilità, Buonanno non vuol essere inferiore a nessuno, sia chiaro.

Richetti, voto 3: il JFK di Fiorano critica Renzi, non c’è nulla di meglio di essere trombati per fare autocritica. Apprezziamo lo sforzo.

Gianluca Callipo, voto 3: i renziani dovrebbero imparare che scimmiottare Renzi, se non si è Renzi, non è mai una buona idea. E si viene puntualmente asfaltati.

Mazzarri, voto 3: nemmeno l’ultimo governo Prodi è stato cosi deludente.

Tavecchio, voto 3: si offre per sperimentare la tecnologia in campo. Chissà cosa ne pensa il presidente Lotito.

Brunetta, voto 3: ora che ritorna a parlare di articolo 18, la stima nei suoi confronti è ai massimi livelli.

Fassina, voto 4: “Renzi non provasse a mettere la fiducia”. #stefanostaisereno

Juve-Roma, voto 4: una partita di calcio che si è trasformata in un caso politico. Non vorremmo essere nei panni di Renzi. Da tifoso viola dovrà difendere la squadra di Marchionne nel prossimo voto di fiducia.

Higuain, voto 4: caro Pipita comprendiamo che questo sia un momento no per te. Ma comprendi anche noi che giochiamo a fantacalcio.

Fedez, voto 5: era il nostro giudice preferito di X-Factor. Poi ha deciso di scrivere l’inno del Movimento 5 Stelle. Gi potevamo anche perdonare di commuoversi sette volte a puntata, ma questo proprio no. È come Chinaglia che passa al Frosinone. Continua a leggere