Il Pagellone del Martedi. Speciale Governo Renzi.

moscaCurva Sud della Juve, voto 0: Vanno bene gli sfottò, soprattutto in un derby, ma quello striscione con la scritta “Solo un schianto” è davvero ripugnante. Superga non è stata solo una tragedia per i tifosi del Torino, ma un evento che rappresenta uno spartiacque per tutti gli amanti del calcio italiano. Pessimi.

Medagliere Italia, sv: Una nazione non si valuta dal medagliere, ma allora, aggiungiamo noi, valutiamola dalla possibilità di poter fare sport per i suoi cittadini. Il calcio elitario di inizio novecento appare sempre più come una realtà. Vogliamo un paese di medagliati o di sportivi? Ci accontenteremmo di un paese di bambini sani.

Mogherini, sv: Dopo D’Alema e la Bonino arriva lei, sembra un po’ la panchina dell’Inter, dopo Mourinho e Leonardo è arrivato Mazzarri.

Galletti, sv: dalla nomina ci pare di capire che l’ambiente non sarà tra le priorità del Matteo nazionale.

Rai Sport, voto 2: Ormai il servizio pubblico e lo sport sono due entità distinte e separate. Niente Olimpiadi, niente Mondiali (se non le partite dell’Italia), nessuna competizione degna di questo nome viene trasmessa in chiaro dalla Rai, al massimo il Torneo di Viareggio e la Coppa Italia. Nel frattempo Mediaset compra la Champions per due anni, e Sky offre un pacchetto degnissimo di eventi. La Rai (non) si vede.

Le primarie, voto 2: quelle di un anno fa per diventare Presidente del Consiglio le ha vinte Bersani, ma Palazzo Chigi non l’ha mai visto. Quelle per diventare segretario le ha vinte Renzi, ma segretario lo è stato solo per qualche settimana. Inutili.

Mazzarri, voto 3: Continua il piagnisteo mazzariano. Dopo le deludenti prestazioni dell’Inter e l’illusione post partita con la Fiorentina, l’allenatore dei nero-azzurri continua imperterrito a lamentarsi. Prima degli arbitri, poi con i giornalisti, basta vedere ieri come si è comportato durante le interviste. Tra poco scaricherà le sue colpe sul cambiamento climatico e sul cambio di governo.

Brunetta, voto 3: caro Renatino non ci dimentichiamo di te. La stima resta sempre intatta.
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«La gente purtroppo si ricorda sempre la fine». Breve storia di Domenico Morfeo

#volevoilrigore Morfeo

«Il talento conta tantissimo: è più facile, si è avvantaggiati,
ma anche senza si riesce ad andare avanti.
Chi tratta meglio il pallone si chiama artista ma non è detto
che 11 artisti battano 11 artigiani.
Bisogna formare una miscela tra queste due categorie.
E poi, chi ha talento non deve accontentarsi,
adagiarsi su quello che gli ha dato Madre Natura,
ma lavorare ogni giorno per migliorarsi»
(Zdeněk Zeman)

«Il talento può essere una trappola.
La possibilità di scelta può confondere.
E quel ch’è più pericoloso è il narcisismo.
Ci si compiace del colpo miracoloso, si ricevono applausi,
si finisce per giocare per gli altri, per il pubblico.
È rischiosissimo»
(Roger  Federer)

Il 31 Maggio 1996, Spagna e Italia si giocano a Barcellona il campionato europeo under 21. Alla fine dei tempi regolamentari, dopo una partita tanto bella quanto nervosa, il punteggio rimane inchiodato sull’1-1 e così ai supplementari. Ai rigori, gli errori di Cristian Panucci e Ivan de la Peña mantengono la situazione inalterata. L’equilibrio viene rotto dalla stella delle furie rosse Raùl, che si fa bloccare il pallone a pochi centimetri dalla linea di porta, merito di un repentino balzo del portiere Angelo Pagotto. Tocca a un ragazzino abruzzese – entrato nella ripresa, al posto della sorpresa del torneo Francesco Totti – Domenico Morfeo, calciare il rigore che potrebbe valere all’Italia il titolo europeo. Con un piatto sinistro preciso e radente il suolo, spiazza Mora e regala agli azzurrini un trionfo fino a pochi minuti prima insperato (almeno per il religiosissimo – o superstiziosissimo – Carlo Nesti).

Curiosamente, dieci anni dopo – in ben altre circostanze – sarà un altro abruzzese a segnare il rigore decisivo che porterà l’Italia nell’Olimpo. Quel rigore del ‘96 è il primo evento calcistico determinante nella carriera di Morfeo e, purtuttavia, rimane l’unico che abbia una qualche accezione positiva. Continua a leggere

Il Pagellone del Lunedi

Pagellone del Lunedi (10/02/2014)

moscaRomulo, voto 1: pensiamo ai soldi che ha fatto perdere ai nostri lettori che si erano giocati la vittoria della Juventus.

Brunetta, voto 3: non riusciamo a non inserirlo nel Pagellone. La stima è troppa.

Salvini, voto 3: vorremmo vederlo spiegare ad un comasco che quelli del Canton Ticino lo considerano un terrone e che da domani non potrà più andare a lavorare in Svizzera.

Balotelli, voto 4,5: impalpabile in campo, quando si rende conto di come gioca Mexes scoppia in lacrime. Mezzo in più, perché ne comprendiamo lo stato d’animo di “incertezza”. A proposito, auguri Balo. Continua a leggere

Il Pagellone del martedi.

Pagellone del Martedi (04/02/2014)

moscaQuagliarella, senza voto: escluso dalla lista Uefa, forse quello di troppo alla Juve era lui.

Sant’Elia, Cagliari e la Lega, senza voto: date voi il voto, anche qui c’entra un quartiere degradato, dimenticato e uno stadio che diventa una barzelletta. È rimasta una squadra che continua a fare i miracoli, perché per riportare alla memoria un’impresa sull’isola si pensa a Riva, ma questo Cagliari, in uno stadio da 5000 posti, il suo scudetto lo sta vincendo.

Rocco Casalino, voto 0: il capo ufficio stampa del senato del M5S (si è proprio vero, è il capo ufficio stampa!) ha cercato di offendere la Bignardi dicendole che è nuora di Adriano Sofri. Poveraccio.

Chi ha scritto il voto su Casalino, voto 1: non ti permettere mai più di scrivere Rocco Casalino sul Pagellone di Volevo il Rigore! Continua a leggere